Trattamenti Podologici

Nelle nostre strutture vengono trattate le seguenti patologie del piede :

Manifestazioni Dermatologiche

Tilomi plantari e ipercheratosi-calli

Le ipercheratosi e tilomi (che comprendono calli, duroni ed occhi di pernice) hanno, nella maggior parte dei casi, una causa meccanica (sovraccarico plantare, sfregamento contro la tomaia delle calzature, ecc.) abbinata o meno a problematiche anatomiche (alluce valgo, dita a martello, V metatarso varo, ecc.).

A differenza di quanto spesso si considera esse non hanno “radici” e non sono strutture “vive” ma solo strati cheratosici sovrapposti con significato esclusivamente protettivo. Tuttavia questa reazione fisiologica risulta utile solo quando gli strati non diventano troppo abbondanti. In tal caso quando lo spessore è tale da comprimere le terminazioni nervose sottostanti compare il dolore.

Appare chiaro ,quindi, come I calli siano solo la conseguenza di alterazioni strutturali o funzionali che inducono una reazione protettiva da parte della cute. Pertanto gli interventi chirurgici di asportazione dei calli non hanno significato terapeutico poichè non agiscono sulle reali cause della patologia.

Il trattamento più corretto deve essere perciò sempre incruento.

Una volta rimossi gli strati cheratosici patologici si rende spesso necessario variare la funzione della parte interessata attraverso il confezionamento di ortesi digitali in silicone con funzione correttiva e/o protettiva.

 Tiloma: un callo molto speciale

Tiloma (in Inglese Tyloma) è un termine che deriva dal greco e significa letteralmente indurimento. Questo termine sostituisce Callo, Clavus, Corno, termini che non dovrebbero più essere utilizzati perché non definiscono un’entità clinica specifica.

La definizione clinica di Tiloma è: una piccola area rotondeggiante d’ipercheratosi in un punto d’appoggio  plantare o di sfregamento dorsale.

Il Tiloma Plantare insorge di solito in corrispondenza delle teste metatarsali soprattutto se queste sono spinte in basso per retrazioni tendinee, per perdita dell’arcata trasversale o per alterazioni ossteoarticolari.

In condizioni anatomofunzionali particolari il Tiloma può formarsi in sede calcaneare o a livello delle falangi.

Il Tiloma Dorsale si forma nelle aree di confricazione con la calzatura di solito al di sopra delle articolazione intrfalengee o lateralmente al 5° dito.

Si attribuisce il nome di Heloma alle ipercheratosi che si formano tra gli spazi interdigitali delle dita dei piedi. L’Heloma ha patogenesi e trattamento differente dal Tiloma.

Micosi ungueali

Cause

I funghi sono microrganismi normalmente presenti sul corpo umano che generalmente vivono in una situazione di equilibrio e di reciproca non aggressione; si tratta di forme di vita che proliferano in ambienti caldo-umidi (pensiamo per esempio alla piscina), ma che normalmente non sono in grado di aggredire l’organismo perché tenute a bada dal sistema immunitario.

In presenza di specifiche condizioni possono tuttavia prendere il sopravvento e causare infezioni, per esempio penetrando in minuscoli tagli presenti sulla pelle e/o sfruttando un temporaneo calo delle difese immunitarie dell’ospite; in queste situazioni riescono a moltiplicarsi in modo incontrollato provocando così la comparsa dei classici sintomi.

L’onicomicosi è spesso causata da un fungo che appartiene al gruppo dei dermatofiti, ma anche lieviti e muffe possono essere responsabili delle onicomicosi.

Le micosi alle unghie si verificano con maggior frequenza nelle unghie dei piedi rispetto a quelle delle mani, perché più spesso sono confinate in un ambiente scuro, caldo e umido all’interno delle scarpe, condizioni ideali per favorire la proliferazione di infezioni micotiche.

Un altro fattore predisponente è il fatto che la circolazione sanguigna diretta verso le unghie dei piedi è minore di quella diretta verso le unghie delle mani, quindi il riconoscimento e l’eliminazione dell’infezione da parte del sistema immunitario risultano sensibilmente rallentati e meno efficaci.

L’infezione potrebbe essere in teoria trasmessa ad altre persone, serve quindi qualche cautela igienica, e può esserci rischio di auto-inoculazione soprattutto sulle unghie vicine.

Fattori di rischio

I fattori di rischio in grado di aumentare la probabilità di sviluppare un’onicomicosi sono:

età avanzata, a causa di riduzione dell’efficienza della microcircolazione,

rallentamento della crescita dell’unghia,

fisiologico calo delle difese immunitarie,

gli uomini sono colpiti più delle donne,

sudorazione eccessiva,

predisposizione famigliare,

lavoro in un ambiente umido,

psoriasi (una malattia della pelle),

calze e scarpe che impediscono la traspirazione e non assorbono il sudore,

camminare a piedi scalzi in ambienti pubblici umidi, come le piscine, le palestre, gli spogliatoi e le docce,

piede d’atleta (tinea pedis),

piccole lesioni della pelle o delle unghie, un’unghia danneggiata o un’altra infezione,

cattiva igiene del piede,

diabete,

problemi circolatori (come la malattia arteriosa periferica),

disturbi a carico del sistema immunitario.

Unghie incarnite

L’onicocriptosi , meglio nota come unghia incarnita, è una condizione patologica nella quale un frammento oppure una porzione dentellata del bordo laterale dell’unghia penetra nei tessuti molli adiacenti (valli ungueali) che spesso si infettano. La si riscontra più frequentemente nell’alluce degli adolescenti ma non è infrequente nelle persone di ogni età, può manifestarsi mono o bilateralmente. All’inizio può provocare lievi inconvenienti, ma con la crescita dell’unghia lungo il solco la cute si arrossa, diventa lucida e tesa, ed il dito appare gonfio e tumefatto. Chi ne è affetto avverte un’acuta dolenzia alla più lieve pressione, ma se trascurata può arrivare a provocare dolori molto forti. La presenza dello sperone ungueale impedisce, a causa di un processo di granulazione della ferita, la normale guarigione e può essere causa della formazione di un granuloma il quale, assieme alle pieghe ungueali tumefatte, sconfina sulla lamina ungueale, talvolta in misura considerevole, coprendola parzialmente. Poiché l’infezione è quasi sempre presente, si può generare un essudato purulento che ha origine dal solco ungueale.

Le cause dell’onicocriptosi

Fra le cause più comuni vi sono :

una errata tipologia di calzatura indossata (ad es. scarpe a punta) con conflitto piede -calzatura

tagli impropri della lamina ungueale spesso troppo corta soprattutto nei soggetti in età pediatrica

patologie biomeccaniche dell’alluce o di altre dita del piede (es. alluce valgo) oppure eccessiva pronazione

traumi diretti o microtraumatismi continui

forma della lamina ungueale

eccessiva sudorazione (iperidrosi)

L’onicocriptosi (=unghia incarnita) è molto più frequente all’alluce, ma può manifestarsi a tutte le dita.

Le cause ed i fattori predisponenti sono molteplici:

Taglio errato dell’unghia: non bisognerebbe mai tagliare le unghie nei lati, ma dovrebbero essere lasciate interamente al di fuori delle dita.

Traumi che provocano lesione di per sè o per accidentale rottura di un frammento di lamina ungueale

Calzature a punta stretta. fattori biomeccanici: come nella sindrome pronatoria in fase propulsiva, quando l’alluce spinge troppo il II dito creando un conflitto al dito ed all’unghia.

Alterata posizione delle dita

Forma della lamina ungueale: sono più predisposte le unghie involute cioè con curvatura accentuata (unghia a tegola, unghia a pinza) e le unghie con curvatura assente i cui bordi sono abbondantemente ricoperti dalle pliche laterali (=porzioni del dito che circondano l’unghia

Spessore della lamina: più la lamina è sottile più è tagliente

Iperidrosi (=eccessiva sudorazione): rende la cute più vulnerabile alle lesioni, favorisce il proliferare di microorganismi e riduce la capacità cicatrizzazione.

Fragilità ungueale: comporta la rottura ed il frastagliamento spontaneo delle unghie

Maturità della cute: nei soggetti giovani la cute è più delicata e più soggetta a lesioni.

L’onicocriptosi, termine medico per indicare l’unghia incarnita, avviene quando la lamina laterale dell’unghia sfonda il rivestimento del vallo laterale e penetra nel derma. Questo attiva le cellule immunocompetenti che riconoscono l’unghia ed i batteri che sono penetrati insieme, come un corpo estraneo, attivando le difese immunitarie e provocando una reazione infiammatoria violenta che da vita al granuloma da corpo estraneo.

Quando i trattamenti medici non si dimostrano risolutivi diventa necessario il trattamento chirurgico.

Il trattamento podologico deve essere tempestivo per evitare che si formino granulomi (=tessuto di reazione che sanguina facilmente). All ‘ interno dello Studio di Podologia viene verificato che la lamina ungueale non presenti frammenti d’unghia che penetrano nella cute. Se presenti, devono essere asportati.

Se è presente un problema di origine biomeccanica che predispone alle unghie incarnite, come il piede piatto e la sindrome pronatoria, questo va trattato con specifiche ortesi plantari. Allo stesso modo mal posizioni delle dita devono essere compensate con adeguate ortesi digitali.

Trauma ungueale - ematoma sub-ungueale

È molto frequente che, nel corso della vita, capiti di subire un trauma ad un unghia del piede. A volte è un trauma violento, a volte sono piccoli traumi dovuti a calzature non adeguate o ad attività sportive.

Si avverte dolore e spesso si vede che l’unghia sotto è diventata scura per l’ematoma che si è formato. Altre volte invece si spezza un pezzetto di unghia. Non sempre però vi è dolore: alcune volte ci si accorge solo perchè l’unghia diventa nera o perchè ad un certo punto la zona attorno si arrossa e si infiamma o perchè l’unghia sembra essere doppia, un po’ sollevata ed a un certo punto salta via.

In queste situazioni è opportuno rivolgersi tempestivamente al nostro Studio per il trattamento del caso, in modo da evitare lo scollamento massivo, la successiva perdita dell’unghia, l’incarnimento.

In molte situazioni è inoltre opportuno seguire nel tempo la crescita dell’unghia per prevenire complicanze in primis l’unghia incarnita, alcune volte mediante specifica rieducazione ungueale.

Gli esiti dei traumi ungueali possono essere temporanei ed esaurirsi con la ricrescita dell’unghia che non presenterà problemi, oppure permanenti con un unghia che può risultare alterata nello spessore (=onicogrifosi), direzione di crescita, adesione e/o curvatura. In questi casi è opportuno sottoporsi ad un trattamento podologico periodico finalizzato al miglioramento/mantenimento della salute ed dell’aspetto estetico dell’unghia.

Tinea pedis - piede dello sportivo

E’ una infezione da funghi microscopici degli spazi fra le dita del piede (spazi interdigitali), causata da funghi microscopici, soprattutto dal fungo Trichophyton rubrum. E’ nota come “piede d’atleta” perché viene frequentemente contratta camminando a piedi scalzi in piscine o spogliatoi, specie degli impianti sportivi. L’uso di calzature di gomma e l’eccessiva sudorazione estiva (iperidrosi) costituiscono elementi favorenti sia l’attecchimento del fungo che le ricadute dopo apparente guarigione.

Sintomi ed aspetto della tinea pedis.

L’aspetto più comune è caratterizzato dalla presenza di fissurazioni cutanee, con macerazione e desquamazione, specie all’ultimo spazio interdigitale, quello meno “ventilato” .

Poiché i sintomi (prurito e desquamazione) sono inizialmente lievi, il paziente è portato a minimizzare, rinviando il consulto con lo specialista fino a quando l’infezione non si estende o fino a quando non compaiano localizzazioni ulteriori e più vistose o fastidiose, per esempio alle unghie del piede (micosi dell’unghia) o all’inguine. Il primo gradino di questa estensione è il coinvolgimento della pianta del piede, con la periodica comparsa di eruzioni vescicolose e bollose ad evoluzione desquamativa. Con il peggiorare dell’infezione il prurito diventa intenso e la cute è arrossata e macerata, con rischio di una infezione batterica che si sovrappone a quella micotica. Durante l’estate, se il paziente indossa calzature strette e di gomma che non lasciano traspirare le lesioni sono maleodoranti.

Cause e prevenzione:

Come detto il contagio avviene con il passaggio inter-umano: il soggetto infetto lascia il micete sulle superfici calpestabili di spogliatoi, piscine, saune e docce. E’ quindi buona regola indossare sempre sandali o ciabatte e non camminare a piedi nudi nelle zone a rischio. Il caldo ed il sudore favoriscono la proliferazione dei funghi: durante l’estate andrebbero quindi indossate scarpe scoperte e comunque traspiranti.

Geloni delle dita

Cosa sono i geloni ?

I geloni ai piedi ,anche  conosciuti anche con l’espressione di eritema pernio, sono piccole zone della pelle caratterizzate da gonfiore, rossore e, in alcuni casi, prurito; la formazione dei geloni sulla  pelle dei piedi dipende da una particolare esposizione  al freddo, quindi ad una temperatura eccessivamente bassa, alla quale il soggetto, in genere una persona sensibile al freddo, reagisce sviluppano questi eritemi.

Quali persone sono a rischio di geloni?

«In genere le persone in età, perché nel corso del tempo perdono un po’ della ottimale elasticità dei piccoli vasi sanguigni. Ma il problema può colpire anche i bambini e chi è costretto a svolgere, anche nel periodo freddo, lavori all’aperto».

Come suggerisce di prevenire i geloni?

«Raccomando di vestirsi in modo adeguato. Indossare guanti, sciarpe, cappelli sicuramente aiuta a limitare la dispersione del calore corporeo e, quindi, diminuisce il bisogno di richiamare il sangue dalle estremità. Tuttavia non sempre questa attenzione è sufficiente: ecco perché consiglio di inserire nell’alimentazione quotidiana alcuni cibi ricchi di sostanze che migliorano la circolazione. Sono quelli ricchi di betacarotene: zucca, spinaci e cavoli. I broccoli e gli agrumi sono anch’essi utili perché ricchi di vitamina C, che aiuta la circolazione sanguigna. I frutti di bosco, che ormai si trovano in ogni periodo dell’anno, sono ricchi di bioflavonoidi, sostanze che rendono più elastiche le pareti dei vasi sanguigni. Ai pazienti che soffrono di geloni suggerisco anche di sostituire la carne, specialmente quella rossa, con il pesce».

Perché?

«Perché la carne rossa è ricca di colesterolo, che agisce negativamente sulla circolazione del sangue. Al contrario il pesce, ricco di acidi grassi Omega-3, aiuta a rinforzare ulteriormente le pareti interne dei vasi sanguigni. Raccomando poi di consumare quotidianamente una fetta di ananas perché contiene sostanze antinfiammatorie, come la bromelina, che stimolano la rigenerazione della pelle. Infine consiglio di bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno».

Perché l’acqua aiuta a prevenire i geloni?

«Perché una corretta idratazione rende il sangue più fluido. Così raggiunge più facilmente parti del corpo che, in caso di freddo, rischiano di essere meno irrorate».

A chi è colpito dai geloni, che cosa consiglia di fare per curarli?

«Raccomando di immergere la parte malata in una tisana tiepida composta da un litro di acqua e cinque o sei foglie di salvia. La parte colpita dal gelone va tenuta a bagno per almeno dieci minuti. Questo rimedio è utile poiché la salvia ha un buon potere antinfiammatorio. Se però il gelone ha colpito orecchie, naso o mento, è quasi impossibile immergere la parte malata. In questo caso consiglio di frizionare il gelone stesso con un batuffolo di cotone imbevuto di alcol etilico. Questa frizione richiama sangue sulla zona e aiuta a risolvere il problema senza ricorrere ai farmaci».

Quando, invece, il ricorso ai farmaci è inevitabile?

«Quando i rimedi che ho suggerito non portano a un miglioramento nel giro di cinque giorni al massimo oppure quando è evidente una sovra infezione batterica. Essa si riconosce perché le piccole piaghe, sempre più dolenti, cominciano a produrre un siero oleoso e semitrasparente».

Desquamazione e secchezza eccessiva

Piedi secchi: piedi secchi e screpolati con tagli

Piedi secchi e screpolati: La sensazione di avere i piedi secchi è una sensazione conosciuta da tutti, sebbene, nella maggior parte dei casi, l’applicazione di una buona crema idratante sia sufficiente ad alleviare questa fastidiosa condizione. I sintomi dei piedi secchi, infatti, possono manifestarsi in forma lieve ed essere eliminati attraverso l’utilizzo di un prodotto specifico o, in altri casi, possono degenerare, causando ulteriori problemi; proprio per questa ragione, si consiglia di contrastare il prima possibile il problema dei piedi secchi, in quanto i sintomi associati a questa condizione possono causare altri problemi, come, ad esempio, la formazione di ferite sulla pelle.

 

 

Che cosa sono i piedi secchi? Il problema di piedi secchi, che riguarda soprattutto la zona dei talloni, è un problema piuttosto comune che riguarda sia gli uomini che le donne; la secchezza dei piedi può causare altri problemi, come, ad esempio, la formazione di sottili fessure sulla superficie della pelle. La diretta conseguenza della secchezza dei piedi, in realtà, è la formazione di calli, ovvero l’aumento di spessore di determinate aree di pelle; in queste zone in cui la pelle è più spessa, possono formarsi delle fessure e tagli che, a loro volta, possono causare una sensazione di dolore, soprattutto quando si appoggia il piede e si esercita una pressione. I segni caratteristici dei piedi secchi, quali la comparsa di screpolature, il cambiamento di colore della pelle e la formazione di fessure, sono facilmente riconoscibili; in alcuni casi, inoltre, la pelle secca dei piedi può causare il prurito.

 

Quali sono le cause dei piedi secchi?

La causa dei piedi secchi possono essere diverse ed è estremamente utile riuscire ad individuare quali siano, in modo da contrastare efficacemente questa condizione e prevenirne lo sviluppo; tra le diverse cause che possono rendere i piedi secchi, ricordiamo:

l’abitudine o la necessità di restare per molto tempo in piedi, in quanto la pressione esercitata dal corpo sui piedi ed il contatto tra la superficie del piede e quella della scarpa possono favorire la secchezza della pelle

le scarpe indossate, in quanto, molto spesso, il tessuto con cui sono rivestite le scarpe non è confortevole per i piedi, inoltre la suola delle scarpe può essere troppo dura; in ogni modo, il contatto tra la superficie del piede e la suola della scarpa può rendere la pelle dei piedi più secca

i disturbi della pelle, infatti diverse condizioni della pelle possono rendere i piedi secchi, perciò una delle diverse cause della secchezza dei piedi deve essere ricercata proprio in quei disturbi della pelle che hanno, tra i sintomi, una condizione di secchezza

la conformazione del piede e la scorretta postura, in quanto questi due fattori possono determinare un maggiore attrito tra una parte del piede, che viene appoggiata maggiormente, e la superficie della scarpa, di conseguenza questa zona del piede tenderà a seccarsi maggiormente

l’acqua calda, infatti l’abitudine di mantenere i piedi per lungo tempo nell’acqua troppo calda può determinare una condizione di secchezza della pelle e favorire la comparsa di screpolature

Queste sono le cause più frequenti dei piedi secchi, tuttavia questa condizione può dipendere da diverse altre cause che, di conseguenza, devono essere individuate di volta in volta.

 

 

Quali fattori possono rendere i piedi secchi?

I piedi secchi, in genere, vengono considerati solamente dal punto di vista estetico, in quanto la secchezza della pelle è sicuramente un inestetismo, tuttavia occorre ricordare che la condizione dei piedi secchi può portare alla comparsa di fessure sulla superficie della pelle che, a loro volta, possono causare una sensazione di dolore.

 

Il problema dei piedi secchi può riguardare tutte le persone, tuttavia esistono dei fattori che favoriscono la secchezza della pelle dei piedi; tra i principali fattori, ricordiamo:

l’età, in quanto, con il passare del tempo, la pelle tende a diventare sempre più spessa e più secca, perdendo la sua naturale elasticità

la scarsa igiene, infatti trascura la propria igiene personale significa anche andare incontro a problemi di questo genere, come, ad esempio, la secchezza della pelle o la comparsa di screpolature

le scarpe scomode, in quanto una scarpa che non si adatta bene alla superficie del piede, favorendo l’attrito tra il piede e la scarpa stessa, può determinare una condizione di maggiore secchezza della pelle

il clima secco, infatti anche le condizioni climatiche possono influenzare la salute della pelle, perciò un clima estremamente asciutto può danneggiare la pelle, rendendola secca

le carenze alimentari, in quanto la salute della pelle dipende soprattutto dai nutrienti che vengono forniti all’organismo, di conseguenza una carenza di vitamina, minerali o altri elementi può determinare problemi della pelle di vario genere, tra i quali anche la secchezza

 

Quali sono i rimedi da adottare in caso di piedi secchi?

Il problema dei piedi secchi può risultare piuttosto fastidioso e causare disagio, tuttavia, fortunatamente, si possono adottare diversi rimedi , che aiutano a contrastare questa condizione, eliminando i sintomi associati ai piedi secchi.

Nei nostri Centri vengono impiegati prodotti per il trattamento della secchezza e desquamazione della pelle del piede solo delle migliori aziende tra le quali la Dermopod , prodotto di punta e di  riferimento di indiscussa efficacia .

 

 

 

 

 

 

 

Piedi secchi: in conclusione

Il problema dei piedi secchi è un problema abbastanza comune che può riguardare sia gli uomini che le donne; le cause che rendono la pelle dei piedi secca possono essere diverse e dovrebbero essere individuate, in modo da contrastare questa condizione.

 

 

 

 

Iperidrosi

 

L’iperidrosi plantare. Un termine complesso per definire un problema abbastanza comune, se pur non sempre in contesti patologici: la sudorazione eccessiva dei piedi. Sappiamo che sudare è un processo fisiologico, naturale, necessario per consentire all’organismo di mantenere la giusta regolazione termica e di smaltire eventuali tossine. Sui piedi inoltre tutela la pelle dall’attrito con le superfici su cui poggiano. Come sempre però se l’equilibrio si interrompe e si suda troppo iniziano i problemi.

 

La sudorazione è molto soggettiva, come pure la percezione del problema, che possiamo definire patologico quando incide sulla qualità della vita dell’individuo: spesso l’iperidrosi plantare crea imbarazzo. Tra le cause sicuramente troviamo proprio l’aspetto emotivo- psicologico: l’ansia o lo stress possono incidere sulla regolazione termica e sulla produzione di sudore da parte delle ghiandole deputate.

La sudorazione eccessiva può essere causata anche da fenomeni diversi, come la vasodilatazione provocata da fattori ormonali, oppure la febbre, ecc. Un fattore aggravante è però sempre e comunque l’igiene del piede, non solo intesa nel senso della pulizia, ma anche di areazione.

Iperidrosi

L’iperidrosi plantare. Un termine complesso per definire un problema abbastanza comune, se pur non sempre in contesti patologici: la sudorazione eccessiva dei piedi. Sappiamo che sudare è un processo fisiologico, naturale, necessario per consentire all’organismo di mantenere la giusta regolazione termica e di smaltire eventuali tossine. Sui piedi inoltre tutela la pelle dall’attrito con le superfici su cui poggiano. Come sempre però se l’equilibrio si interrompe e si suda troppo iniziano i problemi.

La sudorazione è molto soggettiva, come pure la percezione del problema, che possiamo definire patologico quando incide sulla qualità della vita dell’individuo: spesso l’iperidrosi plantare crea imbarazzo. Tra le cause sicuramente troviamo proprio l’aspetto emotivo- psicologico: l’ansia o lo stress possono incidere sulla regolazione termica e sulla produzione di sudore da parte delle ghiandole deputate.

La sudorazione eccessiva può essere causata anche da fenomeni diversi, come la vasodilatazione provocata da fattori ormonali, oppure la febbre, ecc. Un fattore aggravante è però sempre e comunque l’igiene del piede, non solo intesa nel senso della pulizia, ma anche di areazione.

Infiammazioni e Dolori

Metatarsalgie

La Metatarsalgia comprende una serie di sindromi dolorose corrispondenti alla regione plantare del piede riferita alle teste metatarsali (l’ultima parte della falange che si articola con la base della falange, in genere chiamata cuscinetto plantare). Si tratta di un disturbo frequente che colpisce le ossa e le articolazioni.

Le metatarsalgie del piede sono sintomi di patologie che possono rivelarsi gravi per il piede e la sua pianta in primis, ma anche per la schiena, l’anca o addirittura il ginocchio.

Forse non tutti sanno che i dolori alla colonna vertebrale che spesso si avvertono non dipendono solamente dalla schiena, ma anche e soprattutto dal piede. Lo diamo per scontato, ma i nostri piedi sono continuamente sottosforzo per mantenere in equilibrio il nostro corpo e supportarne il relativo peso durante tutta la giornata.

I dolori al piede solitamente sono classificati come metatarsalgie, in altre parole si parla di sindromi che colpiscono la parte anteriore del piede, i cosiddetti metatarsi, provocando dolore al plantare e al dorso. Esse sono dovute agli squilibri di carico oppure a malattie sistemiche, a lesioni dei capi articolari o dei tessuti mobili, per questo le metatarsalgie del piede possono manifestarsi come biomeccaniche e non biomeccaniche. Le prime sono dovute a patologie dipendenti da squilibri e sovraccarico dei metatarsi, dall’altra parte le metatarsalgie non biomeccaniche sono conseguenti all’insorgere di malattie articolari, reumatiche o vascolari.

 

In questi casi bisogna partire dal presupposto che la metatarsalgia non è una patologia ma un sintomo, per cui è sempre provocato da altri problemi e patologie. Tale problema deve essere curato il prima possibile per non incappare in dolori amplificati in tutte le altre parti del corpo. Il dolore coinvolge la parte anteriore del piede e nella maggior parte dei casi camminando i dolori aumentano, il caricamento del peso cambia e si arriva ad assumere posizioni scorrette che a lungo andare influiscono sulla colonna vertebrale provocando seri dolori.

Gli strumenti per diagnosticare le metatarsalgie del piede sono la radiografia, in un secondo step l’ecografia e la baropodometria che analizzando la camminata identifica la distribuzione del peso e quindi individua la quantità di carico supportata da entrambe le piante del piede.

Ci sono diverse cure possibili per i sintomi da metatarsalgia del piede: l’utilizzo di plantari ortopedici per un breve periodo coadiuvato dall’uso di scarpe a pianta larga, oltre alla possibilità di sottoporsi a terapie di varia natura per alleviare il dolore. Nei casi considerati più gravi la chirurgia risulta la soluzione più adatta per modificare la conformazione ossea del piede ormai compromessa, ma in questo frangente bisogna affidarsi ad un chirurgo abile e consapevole in quanto si tratta di un intervento molto delicato.

Fasciti plantari

Rappresenta un processo infiammatorio a carico del cosiddetto legamento arcuato, altrimenti noto come aponeurosi plantare o fascia plantare. La fascite plantare è una patologia relativamente frequente; rappresenta, infatti, circa il 10% di tutte le patologie che interessano il piede ed è una delle più comuni cause di dolore fra l’ arcata del piede e l’ inserzione del tallone.

Speroni calcaneari e talalgie

Con il termine talalgia si intende genericamente infiammazione e dolore al tallone. Essa è messa in relazione a diverse situazioni: spina calcaneare (anomala crescita ossea della porzione inferiore del calcagno dove si inserisce la fascia plantare), fascite plantare (infiammazione della fascia plantare o aponeurosi plantare), entesiopatia inferiore calcaneare (infiammazione della fascia plantare alla sua inserzione al calcagno), ecc.

Le persone che presentano un piede cavo o eccessivamente piatto , alterazioni posturali e funzionali (es. sindrome pronatoria) e gli sportivi (specie quelli che praticano la corsa), sono particolarmente predisposti a queste problematiche.

Talloniti e tallodinie

La tallodinia o tallonite generalmente indica una patologia infiammatoria che causa una condizione dolorosa del tallone, ovvero la parte posteriore del piede, inferiore al calcagno. In ambito medico la tallonite è nota con il nome di tallodinia o di talalgia plantare. Per la cura della tallonite è consigliato un assoluto riposo e, solo in rari casi, si ricorre alla chirurgia.

Quali sono le cause della tallodinia?

Le cause della tallonite possono essere condizionate da molti aspetti. La tallonite può avere origini neurologiche, metaboliche o congenite. Tra le cause più comuni troviamo:

Piede cavo

Aumento di peso

Sovraccarico sportivo o lavorativo

Postura errata da utilizzo di calzature con i tacchi.

Chi soffre di tallonite?

La tallonite colpisce soprattutto persone di età superiore ai 40 anni e in sovrappeso. Negli sportivi è più facile che insorga l’infiammazione, soprattutto quando la parte del calcagno è sottoposta a continue sollecitazioni. Il sintomo “dolore” è sicuramente una delle prime cause di riduzione della capacità atletica di un soggetto e la tallodinia è una condizione frequente negli atleti, che spesso  sono costretti a lunghi periodi di riposo.

Quali sono i sintomi della tallonite?

I sintomi della tallonite sono legati al tipo di disturbo che dà origine all’infiammazione:

Si manifesta come dolore nell’area del tallone e del calcagno, molto intenso la mattina quando ci si alza dal letto e ogni volta che ci si mette in piedi dopo essere stati seduti o fermi per molto tempo.

Se il fastidio è più diffuso ed esterno il problema potrebbe essere una tendinite dell’achilleo.

La tallodinia può interessare uno o tutti e due i talloni contemporaneamente; fattori predisponenti sono sicuramente rappresentati dalla posizione del calcagno rispetto all’asse dell’arto: un calcagno valgo o varo favorisce l’insorgenza di tallodinia poiché induce un alterato carico sulle aree interessate e dal fattore ambientale che è sicuramente più determinante nello scatenare il quadro sintomatologico:

Scarpe scorrette (con intersuola troppo rigida)

Uso di ortesi inadeguate (scarpe con appoggi interni che accentuano il varismo o il valgismo del calcagno)

Eccessivi carichi di lavoro (troppe sedute di allenamento prolungate eccessivamente nel tempo)

Superfici di allenamento troppo dure (il cemento ad esempio)

Numero elevato di gare in brevi archi di tempo, etc.

In genere, in questi casi, il dolore coinvolge entrambi i talloni ed è di tipo puntorio (trafittivo) e/o associato a senso di bruciore in sede.

La digito-pressione del calcagno spesso evoca un dolore acuto, attenuato dall’applicazione in sede di ghiaccio. I talloni possono presentarsi tumefatti e caldi.

Un caso a parte rappresenta la tallodinia mono-laterale: il dolore su un singolo tallone deve indurre a prendere in considerazione condizioni specifiche locali (ad esempio uno sperone calcaneare, che consiste in una ipercalcificazione della fascia plantare nella inserzione del calcagno) o disturbi della postura che possono determinare squilibri del carico corporeo:

un arto più corto

una dislocazione di un’anca rispetto all’altra

una dismetria del bacino

una scoliosi sono tutte condizioni che predispongono a caricare in modo non corretto sui due arti;

un ipercarico costante può comportare sofferenza sul calcagno interessato e, conseguentemente dolore.

Da qui la necessità di fare diagnosi e, soprattutto nelle condizioni di tallodinia monolaterale, delle cause che predispongono all’insorgenza del corteo sintomatologico.

In quali casi sono consigliate le terapie di mantenimento per la tallonite?

Le cosiddette terapie di mantenimento sono sconsigliate nella maggior parte dei casi poiché rischiano di aggravare la tallonite.

Per esempio, i farmaci antinfiammatori e quelli antidolorifici sono solitamente controindicati perché, sopprimendo il dolore, consentono un carico che non è detto che la struttura ossea possa in realtà reggere.

Solo dopo che la tallonite è guarita è opportuno utilizzare un adeguato plantare, utile nei casi di cause dell’infiammazioni anatomiche e non rimosse.

La terapia prevede riposo assoluto, associato a crioterapia (ghiaccio) nella prima settimana, associato ad anti-infiammatori per uso sistemico e/o locale.

Le talloniere di sostegno in silicone possono fornire un supporto di notevole interesse, tuttavia il loro uso non sempre è adeguato e va valutato caso per caso. In alcuni casi il recupero precoce può essere agevolato da applicazioni fisioterapiche in sede: ionoforesi medicata, laser, magnetoterapia, ultrasuoni (la cui scelta varia sulla base delle indicazioni dello specialista).

Notevole importanza assume la correzione di quei fattori che possono contribuire all’insorgenza della patologia:

un esame baropodometrico adeguato, in orto-stasi e in deambulazione, associato eventualmente ad una radiografia dei piedi in proiezione laterale, possono fornire informazioni utili ad escludere ed eventualmente correggere i fattori predisponenti o, quanto meno, ad attenuarne il loro effetto.

NB: Si deve distinguere la tallodinia da sperone calcaneare, fastidiosa spicola ossea sotto il calcagno e fascite plantare, tipica sindrome da sovraccarico sportivo, per sollecitazione della tensione plantare ed infiammazione inserzionale dell’abduttore dell’alluce, una sindrome dolorosa abbastanza frequente soprattutto tra gli atleti.

Tendiniti

Che cos’è la tendinite del piede?

Le tendiniti del piede sono infiammazioni molto comuni, in aumento negli ultimi anni soprattutto per una maggiore frequenza della pratica sportiva fin dalla giovane età e per l’uso di calzature spesso inappropriate suggerite dalla moda.

I tipi più comuni di tendiniti sono:

Tendinopatia achillea: il tendine calcaneare o tendine d’Achille è il tendine che collega i muscoli del polpaccio alla parte posteriore del tallone. È il tendine più largo e forte del corpo. L’infiammazione è un evento frequente durante la corsa e non a caso si parla di tendinite del podista

Tendinite del tibiale posteriore: si tratta di una tendinite solitamente associata con il piede piatto. Il tendine del muscolo tibiale posteriore si inserisce tra la parte interna della caviglia e il collo del piede

Tendinite dei tendini dei flessori: si manifesta con dolore nella parte posteriore della caviglia sul lato dell’alluce. Questa tendinite è tipica dei ballerini per via della posizione in equilibrio sulle punte richiesta dall’attività

Tendinite dei tendini estensori delle dita: colpisce la parte superiore del piede ed è solitamente causata dallo sfregamento del piede contro la scarpa o da condizioni infiammatorie come l’artrite reumatoide

Quali sono le cause della tendinite al piede?

Le cause della tendinite ai piedi possono verificarsi per diverse motivi:

infortuni

traumi

usura

movimenti ripetitivi durante lo sport

calzature inappropriate

sfregamento contro speroni ossei

malattie metaboliche

La causa più frequente delle tendinite è un sovraccarico funzionale del tendine sottoposto a un’attività eccessiva come avviene nella corsa o in altre attività sportive.

Borsiti

Le borsiti, di solito riferite all’ alluce valgo o all ‘articolazione metatarso- falangea del 5 dito, sono uno dei problemi più comuni alla parte frontale del piede. La borsite nell’ alluce è un gonfiore rilevante all’interno del piede intorno all’articolazione dell’alluce. Questo gonfiore in realtà è un osso che protrude verso l’interno del piede. Con il movimento continuato dell’alluce verso le altre dita, è comune riscontrare che l’alluce si trovi sotto o sopra il secondo dito.

Di conseguenza dolore , gonfiore, rossore e impossibilità all ‘ utilizzo normale delle calzature.

 

Gonfiore caviglie e piedi

Caviglie gonfie

Le caviglie gonfie sono un problema piuttosto comune più frequente in età avanzata, nelle persone in sovrappeso, durante la gravidanza e in chi soffre di problemi alle vene. Alla base c’è un accumulo di liquido dovuto alla cosiddetta ritenzione idrica. Il gonfiore che ne consegue può coinvolgere anche piedi, polpacci e cosce.

Le cause delle caviglie gonfie possono variare da traumi fisici a problematiche più prettamente mediche. L’accumulo può ad esempio essere dovuto a un’immobilità prolungata, all’assunzione di farmaci, all’azione degli ormoni o a problemi di salute, in particolare legati a scompenso cardiaco o insufficienza renale o epatica.

In generale, un gonfiore bilaterale (che interessa cioè entrambe le caviglie) porta a sospettare la presenza di un problema sistemico determinato dall’aumento della pressione a livello dei capillari o a una diminuzione della pressione oncotica (cioè quella generata dalle proteine presenti nel plasma sanguigno). Il gonfiore di entrambe le caviglie potrebbe inoltre essere associato a un’insufficienza venosa bilaterale (cronica in quasi tutti i casi) o a infiammazioni delle articolazioni.

Un gonfiore monolaterale può essere invece associato a un trauma o a una patologia che si manifesta solo nel distretto corporeo interessato, ad esempio una malattia alle articolazioni o una patologia vascolare. Inoltre differenze nella circolazione a livello locale possono far sì che il gonfiore sia più accentuato in un caviglia che nell’altra.

Quali malattie si possono associare alle caviglie gonfie?

Le patologie che si possono associare alle caviglie gonfie sono le seguenti:

Cirrosi biliare primitiva

Embolia

Infarto miocardico

Insufficienza renale

Insufficienza venosa

Linfedema

Malattie reumatiche

Pre-eclampsia

Scompenso cardiaco

Tromboflebite

Trombosi venosa profonda

Vene varicose

Si ricorda che questo non è un elenco esaustivo e che sarebbe sempre meglio consultare il proprio medico di fiducia in caso di persistenza dei sintomi.

 Le Caviglie Gonfie

Le caviglie sono delle strutture del corpo umano molto soggette a sollecitazioni sia in ambito sportivo sia durante la quotidianità e perciò sono molto esposte a traumi, di lieve o grave entità, oltre che a diverse patologie. Tra queste ultime è molto comune il gonfiore alle caviglie che si manifesta soprattutto tra le persone che stanno in piedi oppure sedute per molte ore al giorno: infatti se i muscoli rimangono immobili, il sangue con fatica riesce a raggiungere il cuore e perciò aumenta la pressione venosa con un conseguente accumulo del liquido plasmatico nelle caviglie che favorisce il gonfiore.

Solitamente le caviglie tendono a gonfiarsi in maniera improvvisa e gradualmente; spesso il gonfiore si estende anche al piede.

I più colpiti sono gli anziani, coloro che fanno una vita sedentaria (chi lavora i ufficio o chi guida il camion) e le donne in menopausa.

Se la patologia si presenta da sola non è preoccupante ma nel caso in cui dovessero presentarsi altri sintomi è necessario effettuare delle analisi più approfondite.

LE CAUSE

Le caviglie gonfie possono dipendere da diversi fattori: se si gonfia una sola caviglia può dipendere da una lesione o un trauma, mentre se si gonfiano entrambe la causa è patologica.

Come già anticipato la patologia tende a colpire le persone che passano molte ore in piedi o sedute, poi altre cause comuni sono:

– gravidanza: le caviglie tendono a gonfiarsi soprattutto verso l’ottavo e il nono mese a causa dell’aumento del peso della gestante. Spesso il gonfiore permane nei 10 giorni successivi al parto;

– lesione alla caviglia;

– frattura della caviglia;

– tendinite alla caviglia;

– cattiva circolazione sanguigna;

– ritenzione idrica;

– insufficienza venosa;

– linfedema;

– coaguli di sangue;

– patologie al cuore, al fegato e ai reni;

– infezioni;

– obesità;

– artrite reumatoide;

– reazioni allergiche;

– malattie alla tiroide;

– puntura d’insetto;

– vecchiaia;

– mestruazioni e sindrome pre-mestruale;

– abuso di sale e alcool;

– temperature calde.

 

Alluce valgo

L’alluce valgo o abdotto valgo è caratterizzato dalla deviazione del I° dito verso le altre dita, spesso accompagnata da sovrapposizione, o sottoposizione al II° dito o facendo deviare anche questo verso l’esterno.

L’articolazione corrispondente diventa pronunciata, spesso è dolente e può presentare ipercheratosi/tilomi (=callosità) e/o borsiti (=infiammazioni delle borse) per il conflitto con le calzature, che è opportuno sottoporre a trattamento podologico.

Spesso il movimento dell’alluce si riduce progressivamente, fino a portare anche ad un hallux limitus/rigidus.

In genere le cause dell’alluce valgo sono legate alla familiarità, all’utilizzo di calzature inadeguate (specie se a punta), e/o a problemi biomeccanici (sindorme pronatoria).

Per proteggere le sporgenze ossee dai conflitti con le calzature e/o borsiti , lo Studio di Podologia del Dr.Rocchi realizza ortesi digitali specifiche.

ortesi digitale

Alluce valgo e II° dito a martello e sovrapposto a I° e III° dito

Nel caso in cui si riscontrasse una sindrome pronatoria, è opportuno che essa venga compensata con dei plantari in modo da agire prevenendo o rallentando l’evoluzione in valgismo dell’alluce.

Quando un alluce valgo pronunciato ed associato a dita a martello presenta dolore a livello metatarsale, i plantari realizzati dal nostro Studio avranno anche lo scopo di distribuire meglio il carico e dare comfort.

Di conseguenza dolore , gonfiore, rossore e impossibilità all ‘ utilizzo normale delle calzature.

Dita a martello e a griffe

Con il termine “dita a griffe / martello” si indica una varietà di posizioni anomale delle dita che possono essere strutturate cioè che le dita non possono cambiare neanche se vengono trazionate (deformità) o riducibili (atteggiamento).

Le dita si mostrano piegate e/o sovrapposte o sottoposte ad altre dita, con diversi gradi.

Quando un dito è a martello, subisce spesso il conflitto con la calzature, specie se questa è a punta e presentano ipercharatosi/tilomi (=callosità) e/o borsiti.

 

Specifiche ortesi digitali

A queste situazioni, spesso si associa una contemporanea sporgenza a livello della pianta del piede, della teste metatarsali corrispondenti alle dita che sono a martello. Ciò frequentemente è accompagnato da dolore, con metatarsalgia da sovraccarico e comparsa di ipercheratosi/tilomi plantari. Specifici plantari possono alleviare la sofferenza e permettere una vita normale.

Quando un dito è piegato, spesso appoggia al suolo con l’unghia; questa quindi subirà microtraumi ripetuti che porteranno, specie nelle persone predisposte, ad alterazioni più o meno permanenti delle unghie quali onicogrifosi e pachinichia (=aumento dello spessore), cambio di direzione di crescita, onicolisi (=scollamento), onicofosi (=callosità alle unghie), ecc.

Di conseguenza dolore , gonfiore, rossore e impossibilità all ‘ utilizzo normale delle calzature.

Sindromi pronatorie - Piedi piatti

Generalità

I piedi si definiscono piatti quando presentano un arco plantare mediale più basso della norma o completamente assente.

Di conseguenza, chi soffre di questa alterazione anatomica possiede piedi la cui parte centrale interna appoggia del tutto, o quasi, al suolo.

Piede PiattoI piedi piatti possono essere una condizione congenita oppure acquisita.

Quando presenti, i sintomi più comuni consistono in: dolore ai piedi, dolore alla caviglie, dolore alla ginocchia e iperpronazione.

Per una diagnosi corretta, sono molto spesso sufficienti l’esame obiettivo e l’anamnesi.

Il trattamento dipende dalla severità della sintomatologia: per i casi meno gravi, può bastare una terapia conservativa; per i casi più gravi, è necessaria la chirurgia.

Breve richiamo su cos’è l’arco plantare mediale

Com’è possibile notare dall’immagine sottostante, i piedi dell’essere umano presentano, sul bordo interno, una zona rialzata che si stacca dall’appoggio col suolo. Questa zona rialzata prende il nome di arco plantare mediale o volta longitudinale interna.

L’altezza dell’arco plantare mediale – ossia quanto la zona rialzata si stacca dal suolo – varia da persona a persona.

Cosa sono i piedi piatti?

I piedi piatti – conosciuti anche con la terminologia al singolare di piede piatto – sono una malformazione anatomica, in presenza della quale i piedi di un individuo presentano un arco plantare mediale più basso del normale o completamente assente.

Nelle persone con piedi normali, la parte centrale interna dei piedi non appoggia al suolo: la presenza di un arco plantare della giusta altezza garantisce una distribuzione del peso del corpo, sul piede, corretta, e una migliore efficacia nella camminata (è meno dispendiosa). Il tutto comporta un minor rischio di danni muscolo-scheletrici agli arti inferiori e ai piedi in particolare.

Nelle persone con piedi piatti, invece, la parte centrale interna dei piedi appoggia del tutto al suolo: ciò altera la distribuzione del peso sui piedi e predispone quest’ultimi a fenomeni dolorosi e degenerativi delle articolazioni, dei muscoli, delle ossa e dei legamenti.

I piedi piatti sono una malformazione generalmente bilaterale; tuttavia, in alcune circostanze possono riguardare un piede soltanto.

 

Piede Normale, Piede Cavo, Piede Piatto

I BAMBINI HANNO I PIEDI PIATTI?

Nei bambini molto piccoli e fino a una certa età della fanciullezza, i piedi piatti sono una costante per almeno due motivi:

L’arco plantare deve ancora svilupparsi;

Nei piedi è presente una quantità di tessuto adiposo tale da rendere poco visibile la volta longitudinale interna.

Durante il normale percorso di crescita, i piedi del bambino si snelliscono e accentuano sempre di più l’arco plantare.

 

Cause

Il piede piatto può essere una condizione congenita, trasmessa da uno dei genitori come caratteristica somatica, oppure una condizione adattativa, successiva alla presenza di determinati fattori favorenti.

Tra i possibili fattori favorenti i piedi piatti di natura adattativa, rientrano:

Traumi al piede o alla caviglia;

Patologie neurologiche o neuromuscolari, come per esempio la spina bifida, la paralisi cerebrale o la distrofia muscolare;

Patologie del tessuto connettivo, come la sindrome di Ehlers-Danlos o la sindrome da ipermobilità articolare;

Un errore nella formazione delle ossa del piede, durante lo sviluppo uterino;

L’obesità e il sovrappeso;

L’artrite reumatoide;

L’invecchiamento;

Il diabete;

Abitudini posturali errate;

L’utilizzo di calzature inadeguate;

Lunghi periodi di inattività;

Uno stato di gravidanza. In questo caso, gli effetti sono temporanei.

Sintomi e Complicanze

Per approfondire: Sintomi Piede Piatto

In genere, la presenza di piedi piatti non è associata a sintomi particolari.

In quei casi in cui l’assenza dell’arco plantare è sintomatica, i disturbi più comuni consistono in: dolore ai piedi (in particolare sul tallone o a livello della parte centrale), dolore alle caviglie, dolore alla parte bassa delle gambe, dolore alle ginocchia, dolore alle anche, dolore lombare, iperpronazione, gonfiore nella parte interna delle caviglie e problemi muscolo-scheletrici a livello dei piedi.

SIGNIFICATO DI IPERPRONAZIONE

Premessa: il termine pronazione rappresenta la rotazione che il piede compie verso l’interno subito dopo l’appoggio a terra. Questo momento prende il nome di contatto iniziale e fa parte della fase di appoggio del ciclo del passo.

Gli esperti in materia di appoggio del piede parlano di iperpronazione (o pronazione eccessiva), quando il piede, durante la fase d’appoggio, ruota eccessivamente verso l’interno o ruota in un momento in cui non dovrebbe.

La pronazione eccessiva sposta il peso del corpo sul lato interno (o mediale) del piede, anziché sull’intera pianta. In altre parole, durante la camminata e soprattutto la corsa, un soggetto con iperpronazione focalizza tutto il peso corporeo, esclusivamente, sul bordo interno dei piedi.

Tutto ciò destabilizza il piede, il quale tenterà di riconquistare stabilità con un movimento opposto a quello imposto dalla rotazione verso l’interno. Tale tentativo influisce sull’efficienza biomeccanica della gamba, in particolare del ginocchio e dell’anca.

QUANDO RIVOLGERSI AL MEDICO?

La condizione nota come piedi piatti rende necessario il consulto di un medico quando:

I piedi o una qualsiasi altra parte dell’arto inferiore sono dolenti, a dispetto di plantari inseriti opportunamente nelle calzature;

Le calzature indossate si consumano molto velocemente sul margine interno del piede, a causa di un’eccessiva iperpronazione;

I piedi mancano completamente dell’arco plantare. In tali circostanze, l’intera pianta appoggia per terra;

I piedi danno la sensazione di essere deboli, rigidi e insensibili.

Molto spesso, è fondamentale anche il consulto di un podiatra, ossia uno specialista delle affezioni dei piedi, e di un ortopedico, cioè un medico specializzato nella diagnosi, nel trattamento e nella prevenzione delle patologie del complesso sistema di muscoli, ossa, tendini, legamenti e nervi, presenti nel corpo umano.

Diagnosi

Per una diagnosi di piedi piatti sono sufficienti, molto spesso l’esame obiettivo e l’anamnesi.

I medici considerano il ricorso a ulteriori test diagnostici quando il paziente lamenta un’intensa sintomatologia (dolore intenso al piede, alla caviglia e/o al ginocchio).

Piede Piatto DiagnosiTra i test diagnostici ulteriori, rientrano: i raggi X, una TAC, un’ecografia e una risonanza magnetica nucleare (RMN).

ESAME OBIETTIVO E ANAMNESI

L’esame obiettivo è l’insieme di manovre diagnostiche, effettuate dal medico, per verificare la presenza o assenza, nel paziente, dei segni indicativi di una condizione anomala. In presenza di una sospetta condizione di piedi piatti, il medico osserva i piedi del paziente da di fronte, da dietro e durante una camminata.

L’anamnesi è la raccolta e lo studio critico dei sintomi e dei fatti d’interesse medico, denunciati dal paziente o dai suoi familiari (N.B: i familiari sono coinvolti, soprattutto, quando il paziente è molto piccolo).

RAGGI X

I raggi X ai piedi producono immagini su lastra radiografica di ossa e articolazioni, presenti nei piedi. Sono molto utili a identificare una condizione di artrite (si ricorda che l’artrite reumatoide è un possibile fattore favorente il piede piatto).

Il ricorso ai raggi X prevede l’esposizione del paziente a una piccola quantità di radiazioni ionizzanti nocive per la salute dell’essere umano. Sotto tutti gli altri aspetti, i raggi X rappresentano un test indolore.

TAC

Una TAC ai piedi permette di ottenere immagini dei piedi da diverse angolazioni e con maggiori dettagli, rispetto ai raggi X.

La maggiore presenza di dettagli ha un suo prezzo: l’esposizione alle radiazioni ionizzanti – le quali servono alla produzione delle immagini – è decisamente superiore a quella prevista in occasioni dei raggi X.

L’esecuzione di una TAC è completamente indolore.

ECOGRAFIA

Un’ecografia ai piedi permette al medico di vedere qual è lo stato di salute dei tessuti molli interni ai piedi. Oltre a essere indolore, è anche un esame completamente non invasivo: gli ultrasuoni di cui si avvale per la produzione delle immagini su un monitor non sono affatto dannosi per l’essere umano.

RISONANZA MAGNETICA NUCLEARE

Grazie alla creazione di campi magnetici, una risonanza magnetica nucleare ai piedi fornisce immagini dettagliate dei tessuti molli e dei tessuti duri dei piedi.

Oltre a essere indolore, è anche un test completamente non invasivo: i campi magnetici che servono alla creazione delle immagini non sono affatto dannosi per la salute dell’essere umano.

Trattamento

Se sono asintomatici (cioè se non causano alcun tipo di dolore), i piedi piatti non richiedono alcun trattamento particolare.

Se, invece, sono causa di dolore, in base alla gravità della sintomatologia, un medico potrebbe optare per una terapia non-chirurgica (o terapia conservativa) oppure per una terapia chirurgica.

TERAPIA NON-CHIRURGICA O CONSERVATIVA

Per quanto concerne la terapia non-chirurgica (o conservativa), i possibili trattamenti consistono in:

Utilizzo di ortesi plantari podologiche (o semplicemente plantari). Le ortesi plantari podologiche sono modellate sul piede del paziente;

Esercizi di stretching (o allungamento muscolare) per tutti i muscoli della gamba che fanno riferimento al tendine d’Achille;

Utilizzo di scarpe ortopediche per piedi piatti;

Esercizi di fisioterapia per il miglioramento della tecnica di camminata e della tecnica di corsa. In genere, i medici sottopongono a questo tipo di trattamento i pazienti che praticano sport – tra cui, in particolare, corsa, podismo, marcia ecc – con una certa continuità;

Un programma dietetico per la riduzione del peso corporeo. Ovviamente, tale trattamento è riservato ai pazienti in sovrappeso o affetti da obesità;

La somministrazione di farmaci antidolorifici, per ridurre la sensazione dolorosa;

Un periodo di riposo da tutte quelle attività che favoriscono la comparsa del dolore (es: corsa, lunghe camminate ecc). In alternativa, i medici consigliano ciclismo o nuoto.

Si ricorda ai lettori che la terapia conservativa non rappresenta una cura per i piedi piatti, ma un rimedio per alleviare la sintomatologia.

TERAPIA CHIRURGICA

I medici prendono in considerazione l’intervento chirurgico per i piedi piatti, quando la terapia conservativa si è rivelata inefficace (o non ha fornito i risultati sperati) e la sintomatologia è molto intensa.

I dettagli dell’operazione ai piedi piatti variano a seconda delle alterazioni anatomiche responsabili dell’anomalia. Sulla base di ciò, è possibile affermare che ogni paziente rappresenta un caso a sé stante, trattato in maniera diversa da chiunque altro.

Come avviene per ogni operazione chirurgica, anche nel caso dell’intervento ai piedi piatti, il paziente si sottoporrà a una serie di specifici esami pre-operatori.

Prevenzione

Mantenere sotto controllo il peso corporeo, essere costanti nell’attività fisica, indossare calzature comode e di buona fattura e correggere eventuali comportamenti posturali errati sono le principali misure preventive, nei confronti dei piedi piatti.

Sindromi supinatorie - Piedi cavi

La supinazione eccessiva è una disfunzione biomeccanica del piede, caratterizzata da importante aumento della volta plantare con appoggio esterno. Questo atteggiamento del piede, se non trattato, può favorire l’insorgenza di alterazioni scheletriche sia podaliche che sovrasegmentarie: alluce rigido, metatarsalgia, deformità digitali,ipercarico sul V Metatarsale, tendinopatia dei peronieri, tendinopatia dell’achilleo, sofferenze sul gemello latarale, sofferenze sul perone, ginocchio varo-valgo, accorciamenti muscolari, alterazioni sul rachide.

La diagnosi è clinica, ci si avvale di numerosi test biomeccanici e posturali. Un’Ortesi Plantare che controlla una supinazione anomala ha lo scopo di prevenire l’insorgenza delle complicanze elencate precedentemente.

PIEDE CAVO

Il piede cavo, anche se a volte è legato a malattie neurologiche, reumatiche o postraumatiche, ecc., che possono anche portare a situazioni a volte invalidanti, di per sé non è una patologia, ma una semplice condizione anatomica in cui l’arco plantare è particolarmente accentuato. Tuttavia questa struttura anatomica, con limitata superficie d‘appoggio, retrazione dei tendini e dell’aponeurosi plantare, disassamento retro-avampodalico, ecc., predispone a varie problematiche e patologie, che, a seconda delle calzature utilizzate, dell’attività lavorativa e sportiva, possono manifestarsi più o meno precocemente e con diversi livelli di sintomatologia.

Nel tempo, si potranno presentare dita a griffe/martello e patologie infiammatorie come metatarsalgie da sovraccarico, fasciti plantari, spine calcaneari e talalgie in genere, tendinopatie specie del tendine d’Achille, oppure patologie biomeccaniche come gli eccessi supinatori e pronatori o manifestazioni cutanee (es. callosità) o borsiti.

Piede Reumatico - Artrosico

Patologie sistemiche che colpiscono le articolazioni e le ossa, come l’artrite reumatoide e l’artrosi, portando a deformità anche a livello del piede, sono frequenti. Anche l’età senile di per sé, implica una maggior usura delle strutture ed una loro degenerazione che spesso si manifesta con deformazioni, ad esempio delle dita, e dolore.

In queste situazioni, anche la cute in corrispondenza delle sporgenze ossee è spesso sofferente e può presentare callosità, lesioni e borsiti. In questi casi il trattamento podologico di rimozione delle callosità e di medicazione e protezione di lesioni o borsiti è necessario per ripristinare e mantenere in salute il piede e la persona che diversamente tenderà ad evitare di uscire e di camminare.

 

 

La terapia ortesica plantare è fondamentale innanzitutto per dare sollievo a situazioni di dolore e secondariamente, dove possibile, per cercare di ripristinare una corretta biomeccanica che riduca le sollecitazioni di zone sovraccaricate.

In questi casi nello Studio di Podologia del Dr. Rocchi verranno realizzati plantari palliativi, con appoggio molto morbido e confortevole. Se non corretta, andrà e riequilibrare la distribuzione dei carichi, specie a livello del metatarso e, se compresenti altre alterazioni anatomiche e funzionali o patologie, andrà a personalizzare l’ortesi in base alla situazione presentata (instabilità, eccesso pronatorio, talalgie, ecc.).Specie nelle patologie a rapida evoluzione come l’artrite reumatoide, i controlli per il monitoraggio della condizione cliniche e le relative modifiche delle ortesi plantari devono essere frequenti (almeno ogni 6 mesi).

Anche la terapia ortesica digitale in questi casi è molto utile per allineare, proteggere e scaricare le sporgenze ossee e le zone di conflitto dolorose per ridurre il conflitto con la calzatura, prevenire callosità e lesioni.

 

Piede reumatico con onicodistrofia (=alterazione delle unghie)

Col passare degli anni, le unghie subiscono un cambiamento fisiologico; esse infatti nel tempo tendono a diventare  più spesse e nel contempo meno elastiche e compatte. Ciò favorisce l’instaurarsi di onicomicosi (=malattie causate da funghi).

La predisposizione alle micosi delle unghie aumenta anche in presenza di unghie modificate a seguito di traumi subiti, di patologie circolatorie, di diabete, ecc., che influiscono negativamente, tra le altre cose, anche sulle unghie.

Le onicodistrofie (=alterazioni delle unghie), come ad esempio le onicogrifosi (=unghie ispessite), sono quindi frequenti ed è importante sottoporle a trattamento podologico periodico di riduzione dello spessore eccessivo e di accorciamento adeguato.

Piede diabetico - Vascolare - Neuropatico

Patologie sistemiche come il diabete, la vasculopatia (specie quella arteriosa) e la neuropatia, possono portare al piede problematiche anche molto gravi.

Le persone affette da piede diabetico, arteriopatico o neuropatico sono infatti persone a rischio ulcera.

Per evitare questa temibile condizione, che può portare fino all’amputazione dell’arto inferiore, è opportuno mettere in atto un rigido protocollo di prevenzione che comprende il trattamento podologico periodico delle eventuali callosità ed alterazioni delle unghie, norme igieniche, stili di vita ed utilizzo di presidi come scarpe specifiche, plantari ed ortesi digitali che preservino dal rischio di lesione le zone eccessivamente sollecitate e di conflitto.

I plantari che vengono presso i nostri Studi sono costituiti da materiali studiati appositamente per i piedi diabetici, ed hanno lo scopo di fornire un appoggio molto morbido e riequilibrare i carichi e gli assetti anomali.

Se la persona diabetica, vascolare, neuropatica ha subito in precedenza un’amputazione, a seconda dell’estensione e localizzazione della stessa, è possibile approntare plantari specifici e/o protesi digitali in silicone medicale di riempimento delle porzioni mancanti.

In caso invece di presenza di ulcere, le terapia podologica sarà in primis rivolta alla cura dell’ulcera mediante courettage della lesione ed applicazione di medicazione avanzate e scarichi fissi mirati; la terapia ortesica plantare o digitale avrà lo scopo primario di scarico.

Piede dello sportivo

Rispetto alla resto della popolazione, le persone che praticano sport, sono più predisposte a sviluppare problematiche al piede. Ciò in relazione al tipo di sport praticato ed all’intensità e frequenza degli allenamenti.

Oltre agli eventi traumatici (fratture, distorsioni, stiramenti, lesioni e contusioni legate a cadute, scontri diretti, ecc.), le sollecitazioni lievi ma ripetute, portano ad un’usura precoce di determinate strutture, specie quando queste sono già predisposte ad alterazioni e problematiche a causa della loro conformazione anatomica, posturale e funzionale.

 

Per cui, quando si intraprende un’attività sportiva, specie se questa è molto legata alla funzione del piede come la corsa, l’atletica, il calcio, il basket, il volley, ecc., è importante eseguire un check-up del piede. Ciò per identificare le proprie caratteristiche anatomiche, posturali e biomeccaniche e le eventuali predisposizioni a patologie ed approntare, se necessario, un’ortesi plantare che normalizzi la funzione del piede. In questo modo si previene l’insorgere di sintomi e patologie che spesso obbligano alla sospensione dell’attività sportiva.

Inoltre, normalizzando la funzione del piede (ad esempio distribuendo in modo ottimale il carico di lavoro sui vari distretti, contenendo movimenti eccessivi di prono-supinazione, aumentado la superficie d’appoggio, andando a detendere la fascia plantare, e così via a seconda delle caratteristiche di ciascuno), si ottiene, oltre alla prevenzione di sintomi e malattie, il miglioramento della performance atletica.

Con l’utilizzo di plantari, rigorosamente specifici per ogni atleta, si ottiene anche la riduzione del dispendio energetico. Ciò grazie anche ai materiali tecnologicamente all’avanguardia che utilizziamo nel nostro studio.

 

In caso patologie conclamate (fasciti plantari, tendinopatie, metatarsalgie, ecc.) e di sintomatologia (dolore, gesto atletico poco efficace, ecc.) è opportuno realizzare plantari in funzione dei sintomi e della malattia per permettere di curare la patologia accorciando i tempi di guarigione e permettendo, ove possibile, una minima riduzione/sospensione dell’attività sportiva.

Si possono presentare semplici irritazioni dovute a sfregamento, ma anche vesciche e bolle più o meno estese o dolorose, oppure callosità nei punti di eccessiva sollecitazione, situazioni che necessitano di trattamento podologico.

Eventi traumatici dovuti a scontri diretti, alle calzature o all’attività intensa, possono causare unghie incarnite o traumi alle unghie con eventuali ematomi subungueali (=sotto le unghie) ed eventuale successiva perdita dell’unghia.

In questi casi l’unghia potrà ricrescere senza problemi e presentarsi a fine crescita esattamente come quella precedente, oppure, risultare alterata nello spessore, direzione di crescita ed adesione; in altre situazioni, l’unghia potrebbe incarnirsi durante la crescita, specie nelle persone che già sono predisposte.

In questi casi, il precoce intervento del Podologo permette di risolvere tempestivamente il problema e prevenire le complicanze senza sospendere l’attività sportiva o riprendendola nel più breve tempo possibile.

Inoltre l’attività sportiva unita all’utilizzo prolungato di calzature ginniche non favorenti la traspirazione, porta alla macerazione della pelle, specie negli spazi tra le dita, luogo privilegiato per l’instaurarsi della micosi o tinea pedis o piede d’atleta (=infezione da funghi della pelle).